GEOBIOLOGIA - ELETTROSENSIBILITA' ALLE ONDE ELETTROMAGNETICHE

Attualmente viviamo immersi nelle onde elettromagnetiche alle quali ancora il corpo umano non è abituato completamente, e si cominciano a manifestare problemi di salute e di reazione a questi campi CEM.


Verso gli anni 90/95 si parlava già di geobiologia, di individuare luoghi sani, e di come posizionare il letto,  poi con i primi cellulari, computer e altri dispositivi, si cominciò a parlare di sensibilità alle linee elettriche e alle schermature dei vari campi nocivi. 

Oggi sappiamo che gli esseri viventi vivono  immersi  in onde elettromagnetiche alle quali ancora il corpo umano non è abituato completamente, e di conseguenza si cominciano a manifestare problemi di salute  e di reazione negativa  ai campi CEM.

Con il termine “Elettrosensibilità“ viene indicato l’insieme dei disturbi biologici e psicologici che possono essere avvertiti da alcune persone  in prossimità di campi elettromagnetici (CEM) ad alta e bassa frequenza.

I campi di bassa frequenza, denominati ELF  (frequenze tra 0 e 30000 Hz), sono generati principalmente dalle linee elettriche a differenti gradi di tensione che  inducono correnti elettriche all’interno del corpo, e i campi ad alta frequenza, denominati RF  (frequenza tra i 100 kHz e i 300Ghz), generati soprattutto dai telefoni cellulari, dai ripetitori radiotelevisivi e impianti di radiotelecomunicazione,  che  energia ai tessuti sotto forma di calore.

Si tratta di sintomi provocati dalla vicinanza a ripetitori, telefoni cellulari, wi-fi, radio digitali, televisore digitale terrestre, radar, ponti radio, elettrodotti, come anche computers, elettrodomestici e impianti elettrici delle abitazioni. 

L’EHS, detta anche Elettrosensibilità (ES), è una condizione che può manifestarsi con effetti saltuari o cronici e a volte divenire invalidante, provocata dalla reazione organica ai campi elettromagnetici presenti nella vita di tutti i giorni. 

Tra i sintomi si contano debolezza, disturbi del sistema nervoso (insonnia, perdita della memoria, di concentrazione e di apprendimento, depressione, mal di testa, nausea e vertigini), dolori muscolari, problemi cardiovascolari e respiratori, dell’apparato scheletrico, della sfera sessuale, del sistema visivo, acustico, olfattivo, nonché problemi gastrointestinali.

Alcune persone, per esempio,  accusano  dolore o mal di testa improvviso quando mettono in tasca il cellulare, ed oltre ai disturbi avvertiti, possono esserci effetti biologici che secondo alcuni specialisti sono ricondotti all’esposizione ai campi elettromagnetici, come  danni a carico di alcuni organi.

La causa della elettrosensibilità può non essere palese, ma ci sono casi  in cui è possibile che si sia verificato un evento scatenante come ad esempio, un incidente elettrico che a lungo termine può aver generato tali sintomi.

In Italia, c’è molta disinformazione sul problema dell’elettrosensibilità  trattandosi di una patologia relativamente recente.  Spesso le persone si trovano nella difficoltà per capire  a chi rivolgersi in modo da poter approfondire il problema, e in alcuni casi di poter diagnosticare  la patologia. 

Infatti  come per la patologia ambientale della Sensibilità Chimica Multipla, ( S.C.M.), l’elettrosensibilità non figura, al momento, nell’elenco di malattie rare dell’Istituto Superiore della Sanità.

Ricordiamo, invece, che è riconosciuta come patologia da alcuni Paesi come Canada, Spagna e Francia. In quest’ultima, in particolare, esistono zone franche, libere da campi elettromagnetici, dove i malati possono vivere in tranquillità.

L'elettrosensibilità è riconosciuta come forma di invalidità dalla legge Americana dalla   “Disability Act”, che ha elaborato protocolli per fornire ai malati abitazioni e luoghi di lavoro sicuri. 

Una casa per le persone elettrosensibili e malati di sensibilità chimica multipla è stata realizzata a Zurigo, e in Svezia l’elettro-sensibilità è considerata malattia invalidante. 

A livello internazionale, si parla di ipersensibilità ai campi elettromagnetici, Electromagnetic Hypersensitivity, EHS.

Spesso i pazienti affetti da sensibilità chimica multipla (MCS) soffrono anche di elettrosensibilità, perché entrambe le patologie sono caratterizzate da un significativo aumento dello stress ossidativo. 

Sappiamo che  nel 2011 un professore ha avuto dal tribunale di Madrid il diritto al prepensionamento; nel 2016, lo stesso tribunale ha riconosciuto l'invalidità lavorativa ad un ingegnere dipendente della Ericsson; nel 2014, un ex ufficiale dell'esercito tedesco ha ottenuto il riconoscimento della elettrosensibilità quale malattia professionale dal tribunale dello stato di Schleswig-Holstein; nel 2015, il tribunale di Tolosa, in Francia, ha riconosciuto il diritto alla pensione di invalidità per elettrosensibilità ad una giornalista.

 

 

COME PROTEGGERSI

La terapia dell’elettrosensibilità si basa principalmente sull’evitare l’esposizione ai campi elettromagnetici, ridurne, e magari azzerarne, le frequenze, significa anche limitare i disturbi legati alla patologia. 

Spesso le persone si trovano a subire l’utilizzo del wi-fi dei vicini che, da solo può causare disabilità a chi nelle vicinanze ha questi problemi.

In questo caso, la libertà personale tutelata legalmente va a limitare il diritto alla salute della persona, per questo  si è spesso costretti a cambiare casa, o modificarla per renderla abitabile, evitare mezzi e luoghi pubblici, cambiare radicalmente la propria vita sociale.

 

COME INTERVENIRE 

Vediamo ora come intervenire nel nostro piccolo mondo. 

Cerchiamo prima di tutto di non usare fibre sintetiche nell’abbigliamento poiché aumentano l’elettricità statica intorno al corpo. 

Quindi in radiestesia per valutare l’elettrosensibilità di una persona la si fa mettere in posizione eretta, poi si tiene una pila col polo plus davanti al suo ombelico e il biotensor tra la pila e la persona.

Se il biotensor unisce, ovvero oscilla in modo orizzontale tra la pila e la persona, segnala una forte elettro-sensibilità, al contrario se taglia manifesta un’immunità al disturbo.

Si può rilevare anche mettendo la persona con il palmo aperto verso una fonte luminosa di origine elettrica come una luce elettrica, se il biotensor taglia la persona è affetta da elettro-sensibilità, e quindi è satura di cariche elettriche.

Per scaricare le cariche elettriche accumulate, in genere si usano i magneti, ma sappiamo che gli ambienti  dove si vive si possono neutralizzare anche usando alcune piante. 

Le piante grasse sono quelle più utili, ma ci sono anche alcune piante come il vischio o la  tillandsia che sono ritenute particolari per l’assorbimento delle cariche elettriche più a lungo di altri vegetali.

Chiaramente queste piante possono saturarsi, specie il vischio, e quindi chi lo usa dovrà testare il grado di neutralizzazione della pianta o delle foglie.

Sappiamo che esiste anche un prodotto omeopatico “ Viscum Album Quercus” tintura madre che può essere utile ugualmente.

La tillandsia è una pianta particolare, anche se un po’ difficile da mantenere in vita,

in genere sono piante piccole che vendono incollate a un sasso, o a un pezzetto di legno, che quindi non hanno bisogno di terra, ma di acqua spruzzata sulla pianta, meglio acqua  piovana; queste piante sembrano nutrirsi proprio delle particelle elettriche dell’ambiente.

Nel campo della radiestesia troviamo anche apparecchi radionici o particolari strumenti utili per aiutare a neutralizzare questi disturbi dovuti all’elettro-sensibilità, ma questo argomento è vasto e particolare, e in effetti chi lavora con la radiestesia e radionica sa in linea generica che non è facile riuscire a preservare l’ambiente da problemi geopatici.

 

 

 

 





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